Monumento a Don Giovanni d’Austria

L’eroe di Lepanto

Monumento a Don Giovanni d’Austria

Andrea Calamech, autore del Monumento a Don Giovanni d’Austria, operò febbrilmente e ininterrottamente a Messina per 24 anni fino alla sua morte, lasciando alla città una cospicua eredità di realizzazioni architettonico-figurative. 

Monumento a Don Giovanni d’Austria

Andrea Calamech

Andrea Calamech nasce verso il 1524 a Carrara e in giovane età viene avviato allo studio della scultura nella scuola di Bartolomeo Ammannati, riuscendo scultore di ottimo talento. Nel 1565 giunge a Messina e le sue opere avrebbero colpito tanto per la loro bellezza da fargli avere la cittadinanza, com’era in uso fare per gli artisti di particolare valore. Qui realizzerà, fra le tante opere, l’ampliamento e la trasformazione del normanno Palazzo Reale (1565-85); la chiesa di San Gregorio (1564-1572); l’ampliamento del Grande Ospedale Civico (1571); la Strada Austria in onore di Don Giovanni vincitore di Lepanto nel 1572 (che in linea dritta univa il Palazzo Reale, il potere temporale, con la Cattedrale, il potere religioso), oggi via Primo Settembre; la colossale statua di “Grifone”, il gigante moro che si fa girare per la città insieme alla consorte “Mata” ogni anno, durante le feste di Mezz’Agosto (1581); il Palazzo Balsamo del Principe di Roccafiorita (fine sec. XVI). Andrea Calamech morirà a Messina nel 1589 e i continui tragici avvenimenti cancelleranno per sempre la gran parte delle opere, testimonianza dell’intensa attività di questo grande architetto toscano nella Messina del Cinquecento.

LO SAPEVI CHE?

Due perfette copie identiche all’ originale di Messina si trovano al “Museo d’Arte e Industria” di Vienna dal 1870, quando per incarico del conte Giovanni Waldstein ne venne eseguito il calco, e nella piazza principale di Ratisbona (oggi Regensburg) in Germania, città natale di Don Giovanni d’Austria.

Don Giovanni d’Austria a Messina e la battaglia di Lepanto

In difesa della Cristianità in grave pericolo per la minaccia turchesca, fu costituita dal Pontefice Pio V la “Triplice Lega” fra Repubblica di Venezia, Stato Pontificio e Regno di Spagna che con le rispettive flotte, un’armata di circa 300 navi, si sarebbe riunita nel porto di Messina da dove partire verso Lepanto, al comando supremo di Don Giovanni d’Austria figlio naturale di Carlo V, per una delle più grandi battaglie navali della storia. Don Giovanni d’Austria il 23 agosto 1571 sbarcava a Messina e dopo essere passato sotto sontuosi archi trionfali addobbati con trofei, veniva ricevuto dallo Stratigò e dai Senatori della città a Palazzo Reale. Prima della partenza, nel Duomo, l’Arcivescovo Giovanni Retana gli consegnava lo “Stendardo di Guerra” benedetto da Pio V e il 16 settembre l’armata salpava per giungere a Lepanto domenica 7 ottobre 1571 dove 180.000 uomini si fronteggiavano. Dopo cinque ore di battaglia, il bilancio fu di 7.600 morti e 15.000 feriti di parte cristiana, 35.000 i morti di parte turca. L’1 novembre 1571 don Giovanni ritornava vittorioso a Messina con al rimorchio le galee turche catturate, gli alberi abbassati, le verdi bandiere musulmane striscianti sull’acqua.  

Il monumento

In Piazza Catalani si erge il monumento a Don Giovanni D’Austria opera di Andrea Calamech del 1573. In origine sorse nel piano del Palazzo Reale dove fu fuso e interamente rivestito d’oro, col tempo quasi completamente scomparso. La statua raffigura Don Giovanni vestito d’armatura pedestre alla spagnola, con la mano sinistra sull’elsa della spada e la destra impugnante il bastone del comando a tre fasci, simbolo della triplice lega; sotto il piede sinistro, la testa recisa di Alì Bassà, simbolo della grande sconfitta inferta ai musulmani. La statua poggia su un alto piedistallo dove, nei quattro lati, sono affisse altrettante tavole in bronzo: quella frontale con iscrizione latina che ricorda i fatti della Lega del 1571, e, girando in senso orario, il bassorilievo che raffigura lo schieramento delle flotte, il momento della battaglia e, ultima, la quarta con la veduta della città a volo d’uccello e la flotta vincitrice che ritorna a Messina. Danneggiata durante i moti del 1848 in quanto esposta ai tiri della vicina Cittadella, fu trasferita nella piazza dell’Annunziata al corso Cavour da dove, dopo il sisma del 1908, fu nuovamente spostata e sistemata nell’attuale sede il 5 ottobre 1924.

 

foto Roberto Principato

Monumento a Don Giovanni d’Austria
Via Lepanto, 7, 98122 Messina ME