Madonna della Lettera

La Madonna della Lettera

Celeste Patrona di Messina

Il 25 gennaio dell’anno 41d.C. Bacchilo venne ordinato primo Vescovo di Messina e di tutta la Sicilia, vuole la tradizione, da San Paolo. Fu lui il promotore, insieme a San Paolo, dell’ambasceria dei messinesi alla Vergine a Gerusalemme.

Indirizzo
Messina
Data
-

Storia di un’antichissima devozione

Secondo la tradizione, nell’anno 42 d.C. la Madonna consegnò una Lettera agli ambasciatori messinesi Girolamo Origgiano, Marcello Benefacite, Centurione Mulè e Ottavio Brizio, scritta il 3 giugno di suo pugno e con la quale benedisse la città di Messina divenendone Patrona. Una Lettera che la Vergine legò con alcuni suoi capelli e consegnò agli ambasciatori messinesi che, informati dalla predicazione di Paolo Apostolo nel Villaggio messinese di Briga Marina dove era approdato, si erano recati a renderle omaggio in Palestina e ne avevano ricevuto, oltre al prezioso manoscritto, la Sua perpetua protezione della città. L’8 settembre dello stesso anno l’ambasceria ritornò a Messina, recando il prezioso chirografo della Madonna il cui originale, purtroppo, è andato perduto. In virtù di questa devozione, molti messinesi hanno il nome di Letterio e Letteria, “Lillo” e “Lilla” e festeggiano il loro onomastico il 3 giugno. In tale giorno si svolge la processione del fercolo per le vie cittadine e per l’occasione, il dipinto che raffigura la Madonna della Lettera col Bambino sull’altare maggiore della Cattedrale viene ricoperto, soltanto quel giorno, dalla preziosa Manta d’oro, opera di Innocenzo Mangani del 1666, conservata nel Tesoro del Duomo.

LO SAPEVI CHE?

Nella seconda cappella di destra della chiesa di San Pietro in Montorio a Roma c’è un affresco raffigurante la Madonna della Lettera, molto venerato, opera di Niccolò Circignani detto il Pomarancio (1516-1596) che in origine si trovava in un’edicola muraria fiancheggiante la strada che conduceva al Gianicolo.

Madonna della Lettera

Le testimonianze storiche

Lo storico spagnolo Flavio Lucio Destro nel suo “Chronicon Omnimodae Historiae” (440 d.C.), per l’anno 86 d.C. riporta testualmente: “Apud Messanenses celebris est memoria beatae Virginis Mariae, missa ipsis ab eadem dulci epistola” (“Presso i messinesi è celebre la memoria della Beata Vergine Maria avendo essa spedito a loro una dolce lettera): ciò che dimostra l’autenticità e l’antichità della venerazione alla Madonna della Lettera dei messinesi. Orofane, storico greco dell’XI secolo, parla della venuta di Paolo a Reggio, del suo passaggio a Messina, della sua predicazione, della conversione dei cittadini, della partenza degli ambasciatori da Messina e la visita alla Madonna e del suo chirografo. A sostenere l’autenticità del culto alla Vergine della Lettera anche interventi ufficiali di numerosi Pontefici: Paolo V nel 1616, Urbano VIII nel 1626, Innocenzo X, Alessandro VII, Clemente IX, Clemente X, Innocenzo XI, Innocenzo XII, Innocenzo XIII, Pio IX nel 1870 e Paolo VI nel 1964. Benedetto XIII nei suoi “Sermoni Mariani” così ha scritto: «Tre lettere leggiamo quali scritte dalla Vergine: una a S. Ignazio Martire, Patriarca di Antiochia, una ai Fiorentini, una ai Messinesi che a Lei si rivolsero mossi dalla predicazione di S. Paolo».  

Il Fercolo processionale del 3 giugno

Realizzato in argento dal messinese Salvatore Catanzaro negli anni 70, è il rifacimento di quello del 1962 della ditta messinese dei Fratelli Sciarrone. Fu benedetto la sera del 2 giugno 1977 dall'Arcivescovo Francesco Fasola e portato in processione, per la prima volta, l'indomani 3 giugno 1977. Dietro la statuetta della Madonna si eleva una colonna sulla cui sommità è una pigna in cristallo di rocca contenente la reliquia del Sacro Capello, addobbata con una decorazione floreale. Il primo fercolo risaliva al 1626 e fu commissionato dall’Ordine equestre militare dell’”Accademia dei Cavalieri della Stella”. Il sisma del 1908 distrusse il fercolo ma risparmiò fortunatamente la statua che aveva sostituito l’originario medaglione. Questa era stata commissionata allo scultore messinese Lio Gangeri, il 4 marzo 1901, dal devoto Nunzio Magliani per un costo di lire 3.200. Gangeri consegnava la statuetta nel marzo 1902, da lui modellata e niellata dal romano Costantino Calvi, cesellatore, scultore ed incisore in metalli. Raffigura la Madonna in piedi mentre con la destra impartisce la benedizione e con la sinistra tiene la Lettera scritta ai messinesi.