Il “Ferculum” di San Giacomo nel Casale di Camaro a Messina

Il “Ferculum” di San Giacomo nel Casale di Camaro a Messina

Eccezionale opera di argenteria messinese del Seicento

Manufatto di eccelse qualità e di grande pregio, testimonia dell’attività a Messina dei celebrati Orafi e Argentieri e della loro antica arte che affonda le sue radici nel XIII secolo.

Indirizzo
Camaro Superiore 98151 ME
Data
-

La Chiesa Madre di Santa Maria Incoronata a Camaro

L’originaria Chiesa medievale poi rifatta nel sec. XVI, crollò col sisma del 1908. La nuova chiesa venne progettata nel 1928 dall’ing. Francesco Barbaro e i lavori eseguiti dalla ditta Parisi Salvatore, iniziati il 9 aprile 1929 e portati a termine il 30 giugno 1932. Come gran parte delle architetture chiesastiche della ricostruzione, il nuovo tempio parrocchiale si ispira al Romanico e nelle lunette dei tre portali, dei quali il maggiore è aggettante con protiro secondo l'uso romanico, trovano posto dei bassorilievi in stucco cementizio raffiguranti "L'incoronazione della Vergine", lo "Sposalizio di Maria con S. Giuseppe" e "San Giacomo a cavallo che combatte contro i mori". La nuova chiesa dedicata a Santa Maria Incoronata conserva parecchi reperti ed opere d'arte recuperate dalle macerie di quella antica, fra le quali gli altari settecenteschi a tarsie marmoree policrome e numerosi dipinti dei secoli XVII e XVIII. La più importante opera d'arte, oltre al "Ferculum" di San Giacomo, è la celebre tavola raffigurante l'Apostolo, capolavoro indiscusso del pittore e architetto Polidoro Caldara da Caravaggio nato nel 1493 e morto a Messina nel 1543, discepolo di Raffaello Sanzio.

LO SAPEVI CHE?

In gran parte dell'iconografia classica, così come nel “Ferculum” di Camaro, San Giacomo è spesso rappresentato a cavallo mentre combatte gli infedeli (il "Matamoros", "ammazza i mori", collegato alla battaglia di Clavijo quando apparve in sogno a Ramiro I per promettergli la vittoria sugli infedeli) quindi caro, per i comuni ideali di lotta contro i nemici della fede, ai normanni.

L’Anno Santo Jacobeo

Il Casale messinese di Camaro gode di un privilegio particolare: l’Anno Santo Jacobeo. È un Anno Santo legato a Santiago de Compostela in Spagna dove nel Santuario è venerato il corpo di San Giacomo Apostolo Maggiore. Ogni qualvolta il 25 luglio, festa di San Giacomo, cade di domenica, è Anno Santo per cui si possono lucrare particolari indulgenze. Il culto verso San Giacomo, a Camaro, è molto antico e fu portato a Messina (per la prima volta, a giudicare dall'assenza di precedenti) direttamente dai sovrani normanni, in un arco temporale che ha il suo inizio nel 1061, con la liberazione della città dal dominio musulmano ed il suo culmine con l'avvento della dinastia sveva. Con l’apporto considerevole e determinante del benemerito Padre Antonino Cento, che fu parroco della Chiesa di S. Maria Incoronata a partire dal 9 maggio 1993, e col sostegno della locale Confraternita, venne valorizzato ed accresciuto a Camaro il culto per S. Giacomo Maggiore Apostolo ottenendo, nel 1999, l’Anno Santo Jacobeo. Il 13 gennaio 2004 la Penitenzeria Apostolica, per mandato del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, concedeva l’Indulgenza Plenaria per l’Anno Santo Jacobeo, “Valida ora ed in perpetuo”.

Il “Ferculum” e la Processione

Il “Ferculum” in lamina d’argento sbalzata e incisa di San Giacomo Apostolo è un capolavoro di argenteria realizzato dopo il 1666. A Messina, fra il XVII e il XVIII secolo, è la famiglia Juvarra ad emergere e dalla loro bottega esce appunto il “Ferculum” di Camaro, realizzato a più mani dai componenti. In quattro grandi placche alla base sostenuta da sfingi alate, sono raffigurati i momenti salienti della vita e della morte del santo rappresentato alla sommità secondo l’uso spagnolo, con spada e armatura. Particolarmente partecipata è la festa in onore dell'apostolo, il 25 luglio, in passato come oggi. Quel giorno, di prima mattina, la processione col “Ferculum” parte dalla chiesa parrocchiale e percorre i 3 chilometri per raggiungere il Duomo dove la statuetta del santo viene posta sull’altare “coram” fra le reliquie dello stesso S. Giacomo. Al termine della Messa, dopo una processione attorno al Duomo del “Ferculum” con la reliquia del Sacro Capello, nuovamente sistemata la statuetta di S. Giacomo il “Ferculum” fa velocemente ritorno a Camaro per scongiurare il rischio che, secondo la credenza, altri possano impossessarsene se esso non raggiungerà entro una data ora la Chiesa Madre.